Dieci desideri per il Salone del Gusto


il Blut Tunt della pianura bergamasca

Quest'anno sarà la mia seconda volta al Salone del Gusto di Torino. La prima volta fu solo la scorsa edizione e di quella veloce corsa in giornata, ricordo soprattutto i visi delle nuove amiche che incontrai.
Ques'anno invece sarò ospite di Garofalo, ma non mi potrò far sfuggire un bel giro, portandomi appresso una grande borsa dei desideri (e ahimè il conseguente portafogli) perché non mi farò certo scappare alcune cosine che vorrei trovare.
Condivido la mia lista con voi... perché mi piace credere che anche la mia Terra, la Lombardia, porterà le sue eccellenze, a rendere giustizia ad un territorio non sempre valorizzato e conosciuto come meriterebbe.

Eccomi qui, tra prodotti Slow Food e Arca Slow Food, a sperare di trovare...

il Blu Tunt, fratello del più noto Strachìtunt, erborinato di latte vaccino dalle grandi e tonde forme, con elegantissime (e saporite) striature blu. Entrambi sono prodotti sul territorio bergamasco, il primo nato per mantenere la tradizione dello strachitunt di pianura, il secondo ormai con la sua D.O.P all'occhiello e portano in tavola il loro carattere forte e gusto particolare, imperdibile.

la farina di Mais Spinato di Gandino: in questo piccolo paese della Valseriana che per primo coltivò il mais, la varietà ha sviluppato un piccolo ed esclusivo ceppo, la cui produzione è talmente contenuta che supera appena il consumo locale. Si trovano sia la versione gialla che la rossa e la polenta preparata con queste farine, è una sorta di macchina del tempo: ti scaraventa indietro di cent'anni, quando non era domenica senza l'amata polentona insieme col coniglio al vino rosso e le patate.

il grano saraceno: antica pianta dai cui semi si ricava una farina impropriamente collocata tra i cereali nonostante sia più affine ad un legume, che nei secoli si inserì soprattutto nelle principali coltivazioni della Valtellina e che oggi purtroppo andata un po' a decadere. Immancabile la sua farina di saraceno per le più memorabili polente taragne, per gli sciatt e i deliziosi pizzoccheri, che riscaldano le tavolate domenicali in famiglia .

sua Maestà il riso italiano: in tutte le più note varietà che da sempre il nostro territorio sa regalare, il riso italiano è un prodotto da proteggere dalle importazioni incontrollate dall'oriente. Abbiamo grandissime varietà in Italia, dal Carnaroli al Roma ed al Vialone nano e, perché no, anche al Maratelli, ormai quasi introvabile sugli scaffali della grande distribuzione, ma che rimane tra le varietà più preziose che in Italia si coltivano.

la farina di grano saragolla: ottenuta dall'antichissima varietà di grano già coltivata sugli altipiani dell'Iran e diretto concorrente a KMzero del grano Kamut khorasan, il quale invece viene importato in Italia su esclusiva licenza dell'azienda che gli dà il nome. L'alto contenuto proteico e la grande resa gli danno un potenziale che, io lo spero sempre, possa farne un grande cavallo di battaglia italiano.


il Bagòss: un formaggio prezioso e molto particolare a pasta dura, tipico dell'alta Valle del Caffaro in provincia di Brescia, dove gli alpeggi oltre il passo di Croce Domini, con i loro fiori profumano il latte da cui viene ricavato. Ne esistono varie stagionature, fino anche a 48 mesi (!) ma in qualsiasi fascia lo si voglia degustare, è un formaggio perfetto per chi ama i gusti forti.

il burro di malga: e il motivo è presto detto... il burro è tra quegli ingredienti di cui bisogna contenere il consumo, se si ha ha cuore il proprio livello di colesterolo. Ma che vi posso dire, ci sono piatti dove il burro è un ingrediente insostituibile, come i pizzoccheri ad esempio. E piuttosto che prepararli rinunciando al burro, meglio mangiarli una volta all'anno, ma fatti come Dio comanda, cioè col burro migliore che ci sia. Quello fresco di malga, appunto, che tra l'altro saprà trasformare anche un semplice riso bollito in qualcosa di regale. Provare per credere.

l'olio d'oliva extravergine del lago d'Iseo: una piccolissima ed esclusiva produzione, questa, che nobilita la mia provincia dato che, oltre alla bresciana, anche sulla sponda bergamasca del lago Sebino si possono incontrare molti (ma comunque  sempre pochi) degli olivi da cui viene estratto questo olio molto leggero, dolce ed elegante.

la slinzega: un piccolo salume che, da quando l'ho assaggiato in tempi recenti, mi ha letteralmente fata innamorare. Normalmente preparato con carne bovina messa a marinare in sale, pepe, chiodi di garofano e una punta di cannella, ma anche ottima anche con carni di cavallo e cervo.

il miele di rododendro: da quando ho conosciuto Francesca ho avvicinato il mondo del miele e delle sue degustazioni, dal quale sono rimasta letteralmente stregata. E ogni volta che trovo un miele mai assaggiato, non me lo posso perdere. Il più recente in ordine di acquisto ed assaggio è, appunto il miele di rododendro, che ha un sapore indescrivibile. Di fiori. Anzi, di fiore. Direte "ma dov'è la novità? Ci mancherebbe solo che un miele non avesse sentore di fiori!". Ma questo è UNICO. Spero che lo possiate trovare!



1 commento

  1. Bella bella bella, una lista che mi affascina perché mi parla di te e della tua terra. Mi porterai un po' in giro a cercare il burro di Malga? Come diamine faccio a riportarlo a Siena...mi serve una borsa frigo. Mi segno tutto, giuro! Un bacio cara Cinzia.

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